La storia di Assicurazioni Generali è legata a doppio filo a Venezia e al simbolo del leone alato marciano. L’iconografia si affermò prima per la Direzione veneta e il territorio italiano, a partire dal 1860, e poi via via nel Novecento ovunque, fino a diventare il marchio indiscusso di Generali che tutti conoscono.
Prima della registrazione del marchio, avvenuta nel 1970, il leone si presentò in modo molto vario: andante a destra, a sinistra, con la spada sguainata, dalle forme razionaliste…
La sua storia è nota: dopo il 1848, quando il nome della Compagnia passò da Assicurazioni Generali Austro-Italiche ad Assicurazioni Generali, sul territorio italiano non si usò più l’aquila bicipite imperiale, anche se la Direzione di Trieste la impiegò fino alla prima guerra mondiale. Per un certo periodo sulle polizze in territorio italiano non fu usato nessun simbolo e nel 1860 comparve il primo leone, stando ai documenti dell’Archivio Storico. Tra le primissime testimonianze figura una polizza del 1862, che presenta un curioso leone antropomorfo con occhi pensosi, chioma e barba fluente, molto somigliante a Giuseppe Garibaldi o a Giuseppe Verdi. Si tratta di una polizza contro gli incendi stipulata con l’agenzia principale di Pavia delle “Assicurazioni Generali in Venezia” dai fratelli Francesco e Angelo Mella per assicurare “mobili, granaglie e legnami”.
Questa possibilità va confrontata naturalmente con la fortuna iconografica dei due personaggi risorgimentali, ma sarebbe suggestiva, poiché parecchi esponenti veneti di rilievo delle Generali furono coinvolti in prima persona nelle vicende della Repubblica di Daniele Manin. Inoltre in un bilancio complessivo, il confronto, talvolta acceso, tra anima italiana e anima austriaca rappresentò una costante nella storia della Compagnia, dalla fondazione fino al 1918, quando Trieste divenne parte del Regno d’Italia.
La storia del leone come simbolo e marchio aziendale è ricostruita sulla base di documenti dell’Archivio Storico da Pietro Egidi, Dall’aquila al leone. L’evoluzione della compagnia, nello spirito e nei simboli, in Generali nella Storia. Racconti d’Archivio/ Ottocento, Venezia, Marsilio, 2016, pp. 35-45.